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Alzheimer e alimentazione

Il morbo di Alzheimer è una malattia neuro-degenerativa invalidante che colpisce gli adulti in età avanzata, ma che in alcuni casi può manifestarsi precocemente.

In Italia sono ben 600.000 gli over 60 a soffrirne, con effetti devastanti non solo su chi ne è affetto ma anche sulle persone che gli sono accanto e se ne prendono cura.

L’Alzheimer infatti è la più comune forma di demenza senile che si manifesta con la progressiva compromissione delle funzionalità nervose e cerebrali. Il decorso della malattia, che inizialmente presenta sintomi irrilevanti, finisce per compromettere il normale svolgimento delle attività quotidiane rendendo impossibili persino le operazioni più semplici come vestirsi e mangiare.

Dal momento che la medicina moderna non è ancora stata in grado di individuare una cura che riesca a bloccare l’azione della proteina beta-amiloide, responsabile della distruzione delle cellule nervose, sembra che l’unica arma possibile contro l’Alzheimer sia la prevenzione.

Come per tutti i disturbi che affliggono corpo e mente, questa passa per l’alimentazione e lo stile di vita.

Alzheimer e alimentazione infatti sono strettamente collegati. Studi scientifici hanno dimostrato che una dieta equilibrata e uno stile di vita attivo riescono ad abbassare i livelli della proteina killer nel sangue ed evitarne l’accumulo nel cervello.

Considerato il lungo periodo di incubazione, sarebbe opportuno correre ai ripari con largo anticipo e curare la propria dieta sin da giovani, soprattutto se esistono casi di Alzheimer in famiglia.

Vediamo allora come prevenire lo sviluppo dell’Alzheimer con l’alimentazione e come comportarsi a tavola se ci si prende cura di una persona affetta da questo disturbo.

Alzheimer e alimentazione: la prevenzione inizia a tavola

Seguire un’alimentazione corretta, che per gli specialisti si traduce nella dieta mediterranea, è in grado di ridurre del 40% il rischio di sviluppare l’Alzheimer da anziani.

È stato dimostrato infatti che regimi alimentari squilibrati, a base di alimenti ricchi di colesterolo e grassi saturi, possano favorire la formazione di placche di beta-amiloidi e provocare ben presto l’ossidazione neuronale responsabile della malattia.

Al contrario, consumare regolarmente carne e pesce magri, fibre e verdure, cereali integrali e tutti quegli alimenti che forniscono all’organismo il giusto apporto di nutrienti, può impedire o rallentare la comparsa di atrofia cerebrale.

In questo contesto giocano un ruolo fondamentale gli acidi grassi omega-3 e le vitamine, in particolare la D che è indispensabile per le funzioni cognitive. I primi, contenuti in abbondanza in pesce, olio extravergine di oliva e frutta secca, aiutano a mantenere fluida la membrana dei neuroni e agiscono per contrastare l’azione atrofizzante della proteina.

Le vitamine, i minerali e gli antiossidanti, contenuti prevalentemente negli alimenti vegetali, proteggono dai radicali liberi e dall’invecchiamento delle cellule. È stato dimostrato infatti che alcuni alimenti come l’uva, ricca di polifenoli, aiuti a mantenere attivo il metabolismo del cervello e allontani il rischio di sviluppare la malattia.

Tra gli alimenti che prevengono l’Alzheimer quindi troviamo:

  • Pesce - salmone, sardine e tonno ricchi di Omega-3;

  • Crostacei - vongole, cozze e ostriche ricche di vitamina B12

  • Verdure a foglia verde - spinaci, asparagi, bietole, cime di rapa ricche di vitamine e acido folico;

  • Uova;

  • Olio d’oliva, frutta secca e semi oleosi.

Insieme all’alimentazione, l’Alzheimer può essere prevenuta mantenendo uno stile di vita attivo e praticando regolarmente sport soprattutto se si svolge un lavoro sedentario.

Come prendersi cura di un malato di Alzheimer a tavola

Quello dell’alimentazione è un discorso molto importante anche per chi è affetto dalla malattia. Se per la maggior parte delle persone adulte mangiare è l’operazione più naturale al mondo, per un malato di Alzheimer il processo non è più così semplice e automatico.

Le funzioni cerebrali compromesse, infatti, fanno sì che chi è affetto dal disturbo non sia più in grado gestire in autonomia i suoi pasti e nutrirsi da solo. Un supporto in questo caso è pertanto fondamentale da parte di chi lo assiste, ma è importante che ciò avvenga con discrezione e senza forzature.

È possibile quindi prendersi cura di un malato di Alzheimer e della sua alimentazione aiutandolo a mantenere attive le sue facoltà non ancora compromesse, trasformando il momento del pasto in un’occasione conviviale e piacevole.

In questo senso, si possono mettere in pratica alcuni accorgimenti che aiutino a gestire la situazione senza provocare frustrazione.

Ad esempio, costringere l’anziano a utilizzare le posate o imboccarlo nel caso in cui sia incapace di farlo da solo è un gesto che può provocare imbarazzo e scatenare una reazione avversa. Piuttosto è opportuno lasciargli i suoi tempi e, se necessario, favorirlo nel mangiare con le mani tagliando il cibo in piccoli pezzi. A tale scopo, ci si può organizzare in anticipo a preparare alimenti che possano essere consumati in questo modo, evitando invece piatti più complessi come gli spaghetti (che devono essere arrotolati).

Allo stesso modo, è consigliabile creare un’atmosfera rilassata per invogliare il malato a mangiare. Mettere un po’ di musica, farsi aiutare nella preparazione dei pasti o della tavola qualora sia possibile e utilizzare piatti e bicchieri colorati sono tutti gesti che coinvolgono l’anziano e lo fanno sentire ancora autonomo e utile.

Infine, dal momento che la demenza può portare il malato a dimenticarsi di bere e mangiare, è opportuno creare delle routine che lo invoglino a nutrirsi e idratarsi a sufficienza.


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