Dentro di noi vive un universo di batteri che contribuisce a farci stare bene. Ecco come prendersene cura con ciò che mangiamo
L’idea che un batterio possa essere nostro amico inevitabilmente ci fa alzare scetticamente un sopracciglio ma i batteri non sempre rappresentano una minaccia per la nostra salute. Anche se siamo portati a vederli come elementi estranei al nostro corpo, infatti, dentro di noi di fatto vive un’enorme popolazione di microrganismi che svolge un ruolo fondamentale per il nostro benessere. L’insieme di questi esserini passa sotto il nome di microbiota, una sorta di “organo diffuso” che nasce ed evolve con noi nel corso degli anni. Il microbiota si trova in diversi distretti del nostro organismo. E sebbene gran parte popoli l’apparato digerente, e in particolare l’intestino, tutte le parti del corpo che vengono a contatto con l’esterno ospitano popolazioni di microrganismi. Fra queste ci sono il cavo orale e nasale, la pelle e i polmoni. La ricerca scientifica, che in questo settore è in fermento, ha già dimostrato in più occasioni che il nostro benessere è legato anche al microbiota. Quando i diversi tipi di microrganismi del microbiota si trovano in uno stato di equilibrio, tecnicamente si parla di eubiosi, mentre la situazione opposta dà origine alla cosiddetta disbiosi, una condizione che può causarci diversi malesseri e, nei casi più gravi, vere e proprie patologie. Alcune sono davvero insospettabili: pochi di noi, ad esempio, ricondurrebbero l’ansia a uno stato alterato degli microrganismi che vivono nel nostro corpo. E questo nonostante da anni si affermi che di fatto l’intestino è il nostro secondo cervello. Fra le malattie che possono dipendere dalla disbiosi del microbiota ci sono poi l’obesità, l’artrite reumatoide e l’eczema atopico. Prendersi cura di questo organo invisibile è dunque fondamentale. Uno degli strumenti a nostra disposizione è proprio il cibo. Questo perché ciò che ingeriamo è in grado di modificare la presenza delle tipologie di batteri che popolano l’intestino. Non solo la dieta, attenzione, perché anche altri elementi sono cruciali, fra cui l’età, il sesso e l’uso di farmaci. Ciò che sappiamo con certezza è che «il microbiota di ognuno di noi ha un profilo differente» ci spiega il microbiologo Manuele Biazzo. Insieme a Christian Duchow ha fondato The Bio Arte, una realtà innovativa che ha mosso i primi passi durante il lockdown e si occupa di ricerca proprio sul microbiota. «Possediamo una grande varietà di specie microbiche che adoperano enzimi diversi per processi digestivi complessi. Molte specie sono onnivore, mentre altre riescono a processare solo poche tipologie di nutrienti. Il diverso apporto di nutrienti, quindi, influenza inevitabilmente l’equilibrio di queste specie e in particolare Bacteroides, Firmicutes e Actinobacteria». Le variazioni della composizione del microbiota intestinale possono anche dipendere dalle modifiche che apportiamo alla nostra alimentazione nelle diverse stagioni. In generale è consigliabile cercare di preservare una certa varietà nelle popolazioni batteriche del microbiota. Questo permette al nostro intestino «di essere più resiliente. In questa condizione piuttosto equilibrata è probabile che anche il consumo sporadico di cibi meno salutari non determini perturbazioni gravi nell’equilibrio del microbiota». Tenere sotto controllo il microbiota è possibile. «Oggi sono disponibili strumenti che permettono di analizzare il microbiota di ognuno per capire in che modo cambia e intervenire con rimedi e diete personalizzate». Ma per evitare di incorrere in situazioni patologiche è possibile selezionare cibi amici del microbiota.
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